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al testo di Adielle
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Prenderò la strada del no e poco m'importa se buttandomi dalla finestra non spiccherò un volo limpido passanti a bocca aperta del resto sono lo schianto e l'aria m'attraversa senza galleggiare le vele spiegate dei polmoni prima che l'alba imploda i suoi colori sulle palazzine popolari dell'ateneo dei grigi fuori corso. Il rimorso di non aver saputo laurearmi alla tua pelle mostra il dorso al peso di un Sisifo minore ma tu già lo sapevi che ogni gioia prende le mosse furtive dal clone di un dolore imperiale. Per questo tu vivi e io muoio ad ogni intervallo di cielo corona di stelle e per scettro l' ombra di un bastone perchè eserciti dominio sulla natura delle cose senza aspettare che il destino ti compia. Quanti sono i tuoi angeli? E hai ancora paura dei pipistrelli? Col favore dei tuoi occhi esplodi nel mio cuore a consegnarmi una ragione di più per non essere me stesso come una preghiera animata sussidiario illustrato di una salvezza facile da giudicar colpevole di omissione di soccorso se mi lascia al solito posto io qui e tu altrove a pestare i piedi.
Sulla stessa riva l'arte di arrivare a fine mese trova un' altra dimensione temporale nelle frazioni di secondo.
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